La Gazzetta di Parma
Pizzeria Ciore: i fritti e le pizze, un po’ di Napoli a due passi da casa
Ci sono zone di Parma dove, pur senza sfolgorii di luci e birignao da movida, si concentrano i locali. Questa, tra viale Mentana e viale Fratti, è una di quelle e anche se passando in auto non si direbbe qui c’è l’imbarazzo della scelta. Tra le opzioni, per la gran parte sospese tra etnico e pub moderni, c’è da qualche settimana anche questa pizzeria riaperta dopo un cambio di insegna e gestione. Un indirizzo nuovo, quindi, ma certe cose non cambiano: forno a legna a cupola, tipicamente napoletano, carta corta con solo pizze e qualche fritto, qualche cementina a dare colore ad un ambiente per il resto non certo caloroso, con pochi tavoli affacciati dietro la vetrina.
Ma estetica a parte, si esce per mangiare. E noi concentriamoci con quello che arriva nel piatto. La pizza definita contemporanea semplificata – si rifà allo stile partenopeo classico, con un grosso cornicione, l’impasto sottile e umido ottima lievitazione e buona leggerezza, digeribilità e piacevolezza delle materie prime.
Le opzioni, come detto, non sono infinite ma ci sono alcune proposte anche meno prevedibili da provare: si parte dalla Margherita (a 6 euro) per passare ad una Quattro formaggi (con interessante blu di bufala e pecorino romano Dop a 7 euro e mezzo) per arrivare alla Fior di Alice (con crema di ricotta, fiori di zucca, acciughe del Cantabrico e taralli napoletani a 9 euro e mezzo). Da sottolineare alcuni dettagli: per la pasta si usa la biga secondo il metodo codificato dall’Accademia Nazionale Pizza DOC, le olive sono denocciolate a mano e gli ingredienti sono certificati «home made» e questo porta a perdonare alcune imprecisioni come alcune bruciacchiature e basilico troppo secco. Per chi non sa resistere, poi, anche classici come la Montanara, il Crocchè o la Mozzarella in carrozza.
Per il bicchiere si può scegliere tra vino bag in box (per difendere l’ambiente), qualche bottiglia e una discreta scelte di birre: alla spina industriali tedesche mentre in bottiglia qualche artigianale italiana, una coraggiosa trappista belga e altre bionde germaniche. Servizio sorridente e affabile.
Articolo di Luca Pelagatti
FONTE: LA GAZZETTA DI PARMA
22 Aprile 2023